La mia ala è pronta al volo,
ritorno volentieri indietro,
poiché restassi pur tempo vitale,
avrei poca fortuna.Gerhard Scholem, Saluto dall’angelo
C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.
Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia.

Non conosco, ma certamente è un mio limite, una definizione più efficace del progresso. E non conosco neppure, ma anche questo è sicuramente un mio limite, una menzogna più grande, del progresso.
Comunque, al di là dei miei limiti, ricordo che del quadro di Klee, Angelus Novus, Benjamin era il proprietario, ed è una cosa che, non saprei spiegare esattamente perché, mi emoziona sempre molto.