Ah, cara Ulrike, io non sono adatto a stare fra gli uomini, è una triste verità ma è la verità. e se devo senza rigiri dirne il perché, eccolo: non mi piacciono, […] se in compagnia non mi trovo bene accade perché non gli altri ma io non mi mostro come vorrei. La necessità di assumere un ruolo e la mia intima ripugnanza a questo mi rendono fastidiosa ogni compagnia e felice sono solo nella mia propria compagnia perché qui posso essere interamente vero. Questo fra gli uomini non è concesso, e nessuno è vero. Ah, c’è una terribile chiarezza che la natura risparmia per loro fortuna a tanti che vedono solo la superficie delle cose […].
Heinrich von Kleist alla sorella Ulrike in una lettera del 5 febbraio 1801.
E se a Kleist non piacevano gli uomini, come potevano piacere agli uomini le sue opere? Storia di una drammatica incomprensione.