“Ma davvero agli uomini interessa qualcos’altro che vivere?
Tonino e Graziella si sposano. Del loro amore essi sanno soltanto che è amore. […] Dei loro futuri figli sanno soltanto che saranno figli. È soprattutto quando è lieta e innocente che la vita non ha pietà.
Due ragazzi italiani si sposano. E in questo loro giorno tutto il male e tutto il bene precedenti ad essi sembrano annullarsi, come il ricordo della tempesta nella pace.
Ogni diritto è crudele, ed essi, esercitando il proprio diritto ad essere ciò che furono i loro padri e le loro madri, non fanno altro che confermare, cari come sono alla vita, la lietezza e l’innocenza della vita.
Così la conoscenza del male e del bene – la storia, che non è né lieta né innocente – si trova sempre di fronte a questa spietata smemoratezza di chi vive, alla sua sovrana umiltà.
Tonino e Graziella si sposano: e chi sa, tace, di fronte alla loro grazia che non vuole sapere.
E invece il silenzio è colpevole: e l’augurio a Tonino e a Graziella sia:
«Al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore».”
Girare per bar è uno dei metodi migliori per affondare il termometro nelle membra del popolo italiano, tastarne i moti culturali e non, a meno che non siate barbieri o giornalai, categorie che fungono da termometri viventi. In tutti gli altri casi è fondamentale ascoltare il pensiero comune parlando e frequentando persone, non limitandosi ai giornali e tanto meno agli inutili dibattiti da salotto, e questo Pasolini lo sapeva bene quando, nel 1963, mentre girava l’Italia con Alfredo Bini alla ricerca delle giuste location per il film “Il Vangelo secondo Matteo”, decise di intraprendere una ricerca introno alla strana morale del paese.
Il risultato è “Comizi d’amore”, uno spaccato frastagliato e molto colorato che cambia orientamento a seconda delle classi sociali e delle appartenenze geografiche delle persone intervistate. Di “invertiti“, di “prima volta”, di “prostitute” e di “divorzio” si parla durante tutto il tragitto, ma a parlarne sarà per la prima volta il popolo in tutte le sue scale sociali, e non l’intellettuale bolognese: Pasolini infatti non giudica, ma asseconda il pensiero comune, lo aiuto ad uscire senza schernirlo anche quando pieno di pregiudizi.
Ne esce un ritratto goffo e di complessiva arretratezza dell’italiano medio, incapace di affrontare un dibattito sul tema della sessualità, barcollante e incerto se incalzato con domande precise, a volte timido e a volte spaccone nel descrivere la propria posizione intorno ai temi della sessualità.
Tutto il percorso è coadiuvato dalle presenze di alcuni personaggi illustri e amici di Pasolini, i quali intervengono per guidare, per risollevare il giudizio che in alcuni tratti è degradante. Tra i vari Moravia e Musatti (con i quali Pasolini siede al tavolo interrogandosi sull’utilità dell’indagine), ma anche Oriana Fallaci, Adele Cambria, o ancora personaggi dello spettacolo come Peppino Di Capri o il calciatore Bulgarelli.
Ma chi tra tutti ha un ruolo decisamente più incisivo e illuminante è il più anziano degli intervistati, Giuseppe Ungaretti: in una tranquilla giornata di mare, Pasolini lo raggiunge chiedendogli cosa sia e se esiste la “normalità sessuale”, domanda bruciante alla quale il poeta risponde con parole profonde e ancora oggi moderne:“Senta, ogni uomo è fatto in un modo diverso…dico nella sua struttura fisica è fatto in un modo diverso, fatto anche in un modo diverso nella sua combinazione spirituale, no…quindi tutti gli uomini sono a loro modo anormali, tutti gli uomini sono in un certo senso in contrasto con la natura, e questo sino dal primo momento…sino dal primo momento: l’atto di civiltà, che è un atto di prepotenza umana sulla natura, è un atto contro natura.”
Il documentario è articolato in due tempi, nel primo vi è un atteggiamento più indagatore da parte del “commesso viaggiatore”, che però si sofferma a domande generali sul sesso e sulla vita sessuale degli italiani, rimanendo, al termine della prima indagine, deluso per la scarsa predisposizione a parlare di questo argomento. In conclusione vi è uno dei personaggi più volgari del film, il ragazzo borghese alla balera, il quale in maniera crudele e razzista incarna tutto ciò che odia l’intellettuale bolognese.
Suddivisione Primo tempo:
Ricerche 1 – Grande fritto misto all’italiana. Dove si vede una specie di commesso viaggiatore che gira per l’Italia a sondare gli italiani sui loro gusti sessuali: e ciò non per lanciare un prodotto, ma nel più sincero proposito di capire e di riferire fedelmente.
– Come gli italiani accolgono l’idea di film di questo genere?
– Come si comportano di fronte all’idea d’importanza del sesso nella vita?
Ricerche 2 – Schifo o pietà?
Nel secondo tempo invece decide di affrontare di petto, di andare dritto al nocciolo della questione chiedendo in maniera schietta a tutti “cosa ne pensa del divorzio?”, o “cosa ne pensa della prostituzione?” ricevendo risposte a volte sorprendenti e a volte agghiaccianti, a prescindere dalla latitudine.
Suddivisione Secondo tempo:
Ricerche 3 – La vera Italia?
– Comizi nelle spiagge romane o il sesso come sesso
– Comizi sulle spiagge milanesi o il sesso come hobby
– Comizi sulle spiagge meridionali o il sesso come onore
– Comizi al lido o il sesso come successo
– Comizi sulle spiagge toscane (popolari) o il sesso come piacere
– Comizi sulle spiagge toscane (borghesi) o il sesso come dovere
Ricerche 4 – Dal basso e dal profondo
In definitiva lo spaccato di società reale che ci descrive Pasolini, girando l’Italia microfono alla mano, non è del tutto diversa negli atteggiamenti a quella di oggi che incontriamo tutti i giorni nei bar, sulle spiagge o nelle piazze. E’ sbadata e qualunquista, risponde “per sentito dire” e assume a dogmi degli atteggiamenti bigotti e popolari: insomma non è cambiato molto, con l’unica differenza che oggi mancano anche gli intellettuali a farci da guida.