Ci sono abissi che l’amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali.
Honoré de Balzac
Pablo Picasso è il pittore più influente del ‘900, sia per aver delineato i tratti dell’artista moderno, sia per la brillante scaltrezza con la quale ha dipinto. Una personalità sovrastante, una piena torrenziale che spesso si scaglierà, travolgendole, sulle donne che ha frequentato, spingendole in un baratro di amore e odio. Sembra veramente una maledizione quella che ha legato Picasso alle donne che ha frequentato durante la sua lunga vita. Lui stesso le divise in due categorie ben definite, affermando che “esistono solo gli zerbini e le dee”. Certo è che il pittore deve molto alle sue muse, vera ispirazione durante la sua avventura artistica, feconda passione vitale senza le quali svanirebbero molti dei suoi capolavori.
Ma l’origine dei suoi rapporti travagliati con le donne affonda le sue radici ben più in profondità rispetto alle prime infatuazioni amorose, basti pensare al cognome stesso dell’autore, acquisito dalla madre, Maria Picasso, donna per cui aveva un legame affettivo al limite dell’ossessione e per cui nutriva una stima immensa. Però, perlomeno con lei, ebbe sempre un comportamento ineccepibile. Non si può proprio dire lo stesso delle ragazze che coinvolgeva in avventurose relazione sentimentali.
Pablo Picasso nacque nel 1881 a Malaga e già a 19 anni si trasferì a Parigi, dove il suo talento non tardò a sbocciare. E fu proprio in questo contesto che conobbe la sua prima musa, Fernande Olivier. Si incontrarono nel 1904, entrambi ventitreenni, quando lei divenne la sua musa per qualche dipinto. Di lì a poco lo spettro della gelosia affiorò, arrivando ad obbligare la ragazza a posare in maniera esclusiva per lui. Lei ossequiosamente accettò, ispirandolo nel periodo forse più importante nella sua formazione, seguendolo per ben otto anni, durante il suo periodo rosa e cubista, oltre ad aiutarlo ad uscire dalla depressione del periodo blu. Con non molta gratitudine venne però abbandonata nel 1912, senza troppe scuse: in quel periodo cominciava a sopraggiungere il successo e con esso nella vita dell’artista soffiava il vento del cambiamento. La vita della povera donna invece, continuerà in assoluta povertà e morirà sola nel 1966: quella che sembrerebbe solamente una storia sfortunata assume il valore di monito per le future donne del pittore, che, come una fiamma, bruciava chi entrava in contatto con lui.
La seconda donna importante della sua vita arrivò nello stesso anno in cui lasciò Fernande, tale Marcelle Humbert, ribattezzata dal pittore semplicemente Eva. E’ l’apoteosi dell’amore e in segreto gli confessa “Tu sei Eva e per me il mondo comincia adesso”. Impazzisce e i suoi quadri parlano di un eros sfrenato accentuato dai colori accesi e vivaci. Ma anche questa volta la storia finisce in maniera inaspettata. La giovane Eva muore nel 1915 di Tubercolosi e questa volta Pablo accusa il colpo. Forse è proprio questo avvenimento che cambierà per sempre il suo rapporto con le donne…

Successivamente Picasso lavorò con Cocteau alla creazione delle scenografie per lo spettacolo “Parade”, e fu proprio in occasione di una prova dello spettacolo che rimase folgorato dalla bellezza di una ballerina russa, Olga Khokhlova. Era il 1917 e Picasso decise di ributtarsi in un rapporto complesso a due anni dalla scomparso di Eva. L’anno successivo decise di sposarla e nel 1921 arrivò il primo figlio, Paulo. La Khokhlova fu la donna che introdusse Picasso nell’alta società parigina, ma proprio questo fu motivo spesso di discussioni feroci. Il pittore non era incline ad avere sempre un comportamento frenato e moderato, anzi aveva uno spirito piuttosto bohémien.

Ma Pablo nonostante tutto non riuscì a tenere a freno le sue pulsioni amorose e così conobbe, probabilmente passeggiando per qualche boulevard, Marie-Therese Walter, abbordandola con la scusa di farle un ritratto. La giovane aveva appena diciassette anni quando nel 1927 conobbe il pittore. Il loro rapporto continuò in segreto, avendo lei accettato il suo status di amante silenziosa. E fu proprio quel vento giovane che soffiò negli occhi di Picasso che gli permetterà di avere una nuova ispirazione travolgente. Tutto raggiunse una via di non ritorno quando la donna confessò al pittore di essere incinta e Olga lo venne a sapere. La compagna così tramite diverse azioni legali gli levò tutto, compresi pennelli e colori. Questo è il periodo che Picasso definisce come il “peggiore della sua vita”. Nel frattempo chiuse un capitolo della sua esistenza con Olga, che morirà venti anni dopo in preda alla pazzia.
Nel 1944 il pittore conobbe l’unica donna in grado di lasciarlo durante tutta la sua vita, si tratta di Francoise Gilot. Una giovane allieva ventiduenne quando lui ne aveva già sessantatre. Per Picasso sarà ancora una volta la sorgente per un nuovo impulso artistico. Da lei ebbe due figli, Claude nel 1947 e Paloma nel 1949. Anche con lei Picasso non mancò di comportamenti crudeli e spesso distruttivi. Durante le gravidanze l’artista adorava e viziava la donna e poi appena dopo il parto era solito rifiutarla. Oltretutto pretendeva che si vestisse in modo castissimo per via della sua sconfinata gelosia, mentre lui amava intrattenersi con altre donne abitualmente. Nel 1953 la giovane trovò finalmente il coraggio di lasciare il grande artista, e sarà l’unica a farlo, tanto da suscitare in lui una rabbia così accecante da renderlo capace di gesti impensabili come spegnergli una sigaretta sul volto. Intanto nel 1953 nasce Maya, ma Picasso era già orientato verso nuovi orizzonti e nuove passioni. L’anno successivo incontra Dora Maar a Parigi. La storia dell’incontro già la dice lunga su che personaggio fosse: lei era seduta in un caffè e con un coltello giocava a prendere la zona tra le dita ma spesso finiva per prendersi le dita stesse. E così al termine del suo gioco perverso Picasso le chiese il guanto insanguinato che indossava. Questa sarebbe stata una scommessa, un esperimento, quello di riuscire a convivere per la prima volta con una donna intellettuale, intelligentissima e culturalmente molto stimolante. Da parte sua Pablo non gli diede la tranquillità sperata, anzi. Le continue provocazioni dell’artista la fecero completamente impazzire. La costrinse a confrontarsi continuamente con Marie-Therese, arrivando a farle addirittura cenare insieme. Una crudeltà e una mancanza di rispetto nei confronti della donna che aveva al fianco inaudita. La stessa Dora arrivò a dire di Picasso che “non è un uomo, è una malattia”. E’ proprio Dora però che ci regalò gli scatti in fase di produzione del suo quadro più famoso, Guernica, la tela che denunciò la strage di civili nella cittadina spagnola da parte di tedeschi e italiani.

Ormai ultrasettantenne Picasso non trova ancora pace, anzi. Singolare il suo metodo d’approccio, si avvicinava alle ragazze per donargli una statua di un uomo piccolo con un pene gigante. Nel 1954 incontrò la sua ultima fiamma, una donna divorziata, la ventottenne Jacqueline Roque. Nel 1961 addirittura decise di risposarsi, a seguito della morte di Olga dalla quale non aveva mai divorziato. Ovviamente Picasso si intrattenne ancora con altre donne nonostante l’età avanzata. Ma alla sua morte, nel 1973 all’età di novantadue anni, Jacqueline le stava ancora vicino.
Successivamente lo seguirono a miglior vita molte delle donne che lo amarono. Nel 1977 Marie-Therese si impiccò, nel 1986 Jacqueline si sparò un colpo di pistola in testa, lo stesso figlio morì suicida. Dora subì diverse crisi depressive e si sottopose a diverse cure estreme come l’elettroshock e psicoanalisi, ma non si suicidò “per privarlo della soddisfazione di vederla morire per lui”. Morì sola nel 1997.
E’ incredibile ad oggi ripercorrere la via della disperazione che ha lasciato alle sue spalle il più grande artista del ‘900, il quale è passato trascinando con sé tutto quello che poteva prendere dalle sue muse, ma in cambio gli ha regalato la vita eterna grazie alle sue opere di cui sono le incontrastate protagoniste. Un compromesso accettabile?