Potrebbe essere un discorso politico e forse lo è. In tutto quello che scriviamo c’è politica in fondo, a volte non lo ammettiamo ed altre emerge freudianamente da una parola o un’eco.
Ieri è nato iMalpensanti, non ho molto da aggiungere al “Malvenuto” offertovi da Simone, ma qualche parola sul decentramento del nostro spazio voglio spenderla e per farlo mi aiuterò con un’analisi culturale del tutto personale e piacevolmente criticabile.
Ad una settimana dalle elezioni abbiamo uno scenario frastagliato come l’arcipelago finlandese, tutti vincitori, tutti vinti, stretti tra loro tanto da confondersi con la mediocrità che domina lo sfondo. Una scala di grigi che cancella spigoli ed estremità, in barba agli estremismi ventilati. Siamo teste perse tra la folla.
La presa della Bastiglia è già avvenuta senza spargimento di sangue, il medio è al potere, seppur con apparenti volti diversi.
La nostra ricetta contro il mare della mediocrità non può che essere un pensiero critico, volto a spogliare le ideologie lascive. Quello che vi proponiamo è la naturale contrapposizione alla comodità del gregge, ovvero la scomodità del pensiero autonomo. Diffidate dalla strada del buon pastore, imboccate piuttosto “la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada dell’imbecille”.
Questo porto salvo spero sarà per voi riparo nei giorni di tempesta. O tempesta nei giorni di calma piatta. Decidete voi. L’importante è che ci sia rivoluzione.