Honoré Daumier, Due amatori ad una mostra

I fondamentali: Mercanti d’arte moderna

Paul Durand Ruel (1830 – 1922)


Posto d’onore va al mercante francese, e soprattutto parigino, che ha il merito di aver scoperto, finanziato e commercializzato i pittori impressionisti in un periodo in cui non godevano della fama assoluta di oggi.
La sua avventura, iniziata con un negozio di stampe, continuò ampliando il suo mercato commerciando tra i primi i pittori della scuola di Barbizon: di lì a poco capì l’importanza del momento e investì tutto, intellettualmente ed economicamente, nei pittori impressionisti adottando un metodo di promozione a 360 gradi e innovativo su molti aspetti. Sul gruppo dirà profeticamente all’inizio della sua avventura: “Vengo ora al mio grande delitto, quello che sovrasta tutti gli altri. Da tempo acquisto e stimo massimamente le opere di pittori assai originali e colti, tra cui vi sono molti uomini di genio, e pretendo di imporle agli amatori”.
Presto la storia gli darà ragione, ma gran merito del successo dei “rivoluzionari” dell’arte viene anche dal suo personale stravolgimento nel settore della promozione e diffusione dell’opera d’arte: il ruolo che assumerà Paul Durand Ruel risulterà innovativo nel valorizzare una corrente ancora non richiesta dal mercato stesso, acquisirne quasi la totalità della produzione per poi riproporla in mostre ed esposizioni non solo in Francia, e infine elogiarla e sostenerla mediante la fondazione di riviste critiche. 
Eloquente invece l’affermazione di qualche anno dopo, a successo ottenuto: “Finalmente i maestri dell’Impressionismo trionfavano come avevano trionfato quelli del 1830. La mia follia era stata saggezza. E dire che se fossi morto a sessantanni, sarei morto gonfio di debiti e insolvente, in mezzo a tesori misconosciuti.”

 

Ambroise Vollard (1866 – 1939)


Ambroise Vollard è il più sorprendente e anomalo mercante nel periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo: studente svogliato passava gran parte delle giornate giovanili lungo le rive della Senna, cercando stampe e girovagando per i mercatini intorno Notre Dame. La fame e tanta determinazione lo hanno fatto diventare un esperto burbero e severo, ma al tempo stesso con un’intuito fuori dal comune. Una sua facoltosa cliente, oltre che collezionista illustre, Gertrude Stein, lo ricorda così: “Un personaggio imbronciato che sulla soglia della sua bottega, le mani appoggiate allo stipite, guarda i passanti con l’aria di mandarli al diavolo”.
Dai posteri verrà ricordato invece come il “Mercante delle Avanguardie”, grazie alla sua naturale predilezione per il nuovo: nella sua lunga carriera favorì la definitiva affermazione di Cezanne, oltre a regalare un discreto successo a Redon e i Nabis,  ma merito maggiore gli va riconosciuto nella prematura scoperta, già nel 1901 ne riconobbe l’enorme talento, del giovane Picasso appena ventenne e arrivato da pochi mesi a Parigi. Fu promotore della sua prima mostra nello stesso anno, così come organizzò tra le prime personali di Matisse, nel 1904.
Inoltre fu grande amico degli Impressionisti Degas, Renoir e Pissarro, con i quali avrà rapporti umani oltre che lavorativi.
Un’altro grande merito va alle splendide stampe illustrate finanziate da Vollard nella speciale veste da editore, il quale commissionò i migliori pittori dell’epoca per correlare alcune opere memorabili: “Parallèlement” di Verlaine (1900) e Daphnis et Chloé (1902) con illustrazioni di Bonnard; Imitation de Jésus-Christ (1903) e Sagesse di Verlaine (1911) illustrati da M. Denis; Le chef-d’oeuvre inconnu di Balzac (1931) e l’Histoire naturelle di Buffon illustrati da Picasso; La Maison Tellier di Maupassant (1931, Degas); Ubu-Roi (1918; Rouault); Les âmes mortes di Gogol e le Fables di La Fontaine (1930, Chagall).

 

Daniel Henry Kahnweiler (1884 – 1979)


Di una generazione successiva rispetto a Vollard, ma comunque precoce nell’inserirsi all’interno del mondo del mercato d’Arte. Niente lo appassiona quanto le avanguardie: dapprima acquisterà ed aiuterà la diffusione dei Fauves per poi dedicarsi alla sua grande missione, monopolizzare il mercato del Cubismo.
Il suo modus operandi compie un ulteriore passo in avanti rispetto all’operato di Ruel, poiché non si limita ad acquistare in blocco le opere degli artisti interessati, ma li vincola con veri e propri contratti, così da assicurarsi l’esclusività e le loro prestazioni. Inoltre il suo ruolo divenne fin da subito attivo anche nel campo della commercializzazione dei vari movimenti che andavano nascendo tramite il contributo critico: fondamentale è il suo “Le vie del Cubismo”, e il rapporto diretto anche con i personaggi letterari intorno al movimento, come Apollinaire e Jacob, di cui sarà anche editore.
Successivamente scrissero di lui:“Mentre il gallerista vecchio stile faceva ai suoi artisti un favore invitandoli a pranzo, Kahnweiler viveva con Picasso, Braque, Gris, Derain e Vlaminck giorno per giorno, ora dopo ora. La cosa importante non era che potessero vendere, ma che fossero liberi di andare avanti con il loro lavoro; e Kahnweiler, rendendo ciò possibile, aiutò a portare alla luce quello che a noi oggi pare l’ultima grande fioritura dell’arte francese”

 

Paul Guillaume (1891 – 1934)

 


La foto, del 1917 circa, rappresenta una spensierata giornata a Nizza durante il quale il mercante (Guillaume è l’uomo sulla sinistra) passeggia al fianco del suo amico Amedeo Modigliani.
Dopo aver iniziato a vendere stampe e quadri in un garage, acquisisce un certo successo solo dopo anni di sacrifici e di ricerca minuziosa sul campo: la conoscenza di Apollinaire, avvenuta nel 1911 circa, lo introdurrà agli artisti più importanti del secolo, all’epoca ancora poco considerati e ridotti alla miseria. Inoltre grande merito di Apollinaire è di introdurlo all’Arte Negra, un movimento sotterraneo intercettato dai cubisti e dallo scrittore insieme a loro, che permise a Guillaume un’approfondito studio su come questa nuova ispirazione fosse al centro di gran parte dell’arte contemporanea. Lo stesso gallerista francese fu tra i primi a realizzare una mostra dedicata all’Arte Negra intitolata Première Exposition d’Art Nègre et d’Art Océanien, nel maggio del 1919.
Tra gli artisti che ha trattato vi sono Henri Matisse, Constantin Brâncuși, Pablo Picasso e Giorgio de Chirico, ma non solo: i suoi pittori preferiti, quelli che con affetto maggiore ha protetto, e al tempo stesso alimentato i loro vizi rendendo più dignitosa la loro spesso misera vita, sono Utrillo, Modigliani e Soutine tra i tanti, i pittori di una generazione maledetta, incapaci di vivere la normalità se non a colpi di trementina.
La sua fantastica collezione è divenuta successivamente parte centrale del Musée de l’Orangerie, dove oggi la sua ricerca e la sua utopia ha acquistato tutto il suo valore e gode del più sincero apprezzamento.

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