Se avete aperto l’articolo sperando di trovare una bella classifica dei “luoghi segreti” delle città italiane, le “perle nascoste” o cose simili, allora cambiate sito, non è qui che la troverete.
Se invece come me siete curiosi e vi piace rimanere sugli autobus per vedere dove portano, allora questo è il sito giusto e questo è l’articolo che fa per voi.
Parto dall’assunto speranzoso che mi porta a credere che sotto Natale in molti riusciranno a mettere il sedere su un qualche sedile, treno, macchina o aereo che sia, anche per pochi giorni, per giungere in una delle città d’arte italiane, di quelle che non ci si stanca mai di visitare.
Detto ciò, quelli che abbiamo selezionato qui sotto sono dei luoghi , spesso visitati meno di quello meriterebbero (in base ai dati del Mibact), ma non per questo sconosciuti o anonimi. A volte inconsueti, a volte da riscoprire o semplicemente che ci piace promuovere perché per noi meritano attenzione. Vedetela come una “garanzia di qualità” che noi apponiamo sopra questi monumenti, edifici o quello che sono, o dei consigli di viaggio se preferite.

Più che descriverla vorremmo narrarvi l’equilibrio di cui si viene pervasi accedendo nel cortile adiacente alla chiesa di San Lorenzo. Addentrarsi nel vestibolo ha poi un così buono odor di sacro che osmoticamente si capisce l’importanza di quelle simmetrie tagliate, limate, accoppiate. A titolo informativo aggiungiamo che varcando il la soglia si entra nel luogo di concepimento di tutta l’architettura post-Michelangelo. Salire lo scalone per lasciarsi l’atrio alle spalle è un po’ come morire, ma la pace che ci regala la sala di lettura è impagabile. Ogni oggetto, ogni dettaglio, disegnato appositamente per quel luogo, rappresenta una meraviglia da scoprire: i banchi con l’elenco delle letture, le vetrate disegnate da Vasari e realizzate da maestri fiamminghi, persino il soffitto intarsiato e il pavimento (speculare) sono ancora intatti e giunti a noi sul disegno originale di Michelangelo stesso. Tra segni massonici, teste di caproni e infiniti che si intrecciano a terra e in cielo, non si può far altro che uscire frastornati ed incompiuti dalla sala per tornare a vagare per ore in giro per la città più “umana” d’Italia.
Menzione speciale: Direi che nel caso di Firenze la menzione speciale va senza dubbio al progetto “Le murate”, ex convento di clausura femminile, tornato a vivere in maniera del tutto diversa e più libera grazie ad un progetto di Renzo Piano e dell’amministrazione fiorentina, dando vita ad un museo (con un’interessante istallazione sulla funzione di carcere maschile che ha svolto nel ‘900), spazi destinati all’università e locali in fermento continuo.
“Milano piovuta dal cielo/tra la vita e la morte/continua il tuo mistero” cantava Lucio Dalla, in quella che è un’esegesi perfetta della città lombarda. Negli ultimi anni Milano è diventata il simbolo dell’Italia che corre, dell’Italia vicino all’Europa, ma non per questo va dimenticato il suo cuore antico e caldo, che batte ad un’altra velocità opposta a quella frenesia urbana. Ne è il simbolo la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, piccolo capolavoro su corso Magenta restaurato da poco e restituito alla città gratuitamente grazie alla gestione del Touring Club che, insieme ai suoi volontari, permette la visita di quella che è stata definita come “la Cappella Sistina lombarda”.
In merito alla chiesa, anticamente destinata alle suore del Monastero Maggiore, fu costruita nei primi anni del XVI Secolo: se vi chiedete il perché di quella strana divisione visiva che spezza gli ambienti la risposta è semplice, ovvero le suore di clausura non potevano entrare in contatto con il pubblico, da qui la nascita del Coro delle Monache (secondo spazio accedendo dal portone sul corso).
In questo tripudio di affreschi e dipinti spiccano il milanesissimo Bernardino Luini e Simone Peterzano, maestro di un certo Caravaggio.
Menzione speciale: S.Maria presso San Satiro è l’outsider, la curiosità a due passi dal Duomo, vero gioiello ingoiato dai negozi di via Torino. Con un po’ di pazienza e curiosità potrete scoprire il coro prospettico, inganno sublime, progettato da Bramante quando ancora non aveva la barba in una delle sue rare incursioni architettoniche nella terra dell’ossobuco.