Uno sguardo verso Nord. Frits Thaulow

“Uno sguardo verso Nord” è quello che un uomo in qualsiasi luogo volge in maniera del tutto ingenua verso un mondo quasi ignoto, poiché lontano dalla propria cultura, ma che getta un ponte per tentare di varcare l’argine utilizzando l’arte come zattera, in qualità ambasciatrice di quello che dovrebbe essere il Patrimonio storico e culturale di un luogo, e quindi la conoscenza del luogo stesso.

Il nostro sarà un viaggio attraverso i paesaggi, le luci, il tepore, il fumo dei camini e le debolezze dell’uomo, la resistenza della legna bagnata al fuoco e quella della neve ad un passo.

Lasciata la capitale svedese per boschi, laghi e insenature, proseguiamo il viaggio in perenne ascesa verso l’altrove, direzione Capo Nord: scavalliamo il Glomma tra la piena della primavera e pesci volanti che scavalcano la barca, poi testa bassa fino al mare. Dal parco naturale sull’isola di Jeløy, sicuramente luogo caro al protagonista di oggi, innamorato delle placide acque e della pietra bianca che sfumava fino al blu denso che si fonde sull’orizzonte con il cielo.
Passato Drøbak e aggirato il capodoglio spiaggiato, l’isola di Håøya, è poi il porto di Christiania ad accoglierci, chiuso come a tendere una trappola agli avventori. L’attuale Oslo, capitale norvegese, è da qui che continua il percorso. E’ dalle spiagge su cui Munch passeggiava, che lo hanno sospinto con un vento gelido verso il mare, verso il mondo, che ripartiremo.
Ma è da un altro pioniere che ripartiremo, il vecchio saggio dei pittori norvegesi, barba bianca come il cielo con qualche nuvola grigia, negli occhi le acque, ora placide e ora impazzite, che amava dipingere. Frits Thaulow.

Frits Thaulow, Fiume in Normandia (1894) Olio su tela, Huntington Museum of Art, Huntington, USA

Nacque a Christiania nel 1847 da una famiglia di farmacisti, agiati ed economicamente spensierati, tanto da permettergli di spostarsi subito ad una scuola prestigiosa a Copenaghen, dove rimase dal 1870 al 1872, per poi iscriversi successivamente alla scuola d’arte di Karlsruhe.

Nel 1879 Thaulow passo l’intero autunno a Skagen, in Danimarca, una cittadina diventata successivamente famosa per una scuola pittorica proprio lì fondata, e successivamente fece ritorno in Norvegia nel 1880. I suoi viaggi gli avevano regalato una nuova consapevolezza e un nuovo modo di vedere l’arte. In questo florido periodo strinse rapporti con intellettuali e giovani pittori promettenti, come Christian Krohg, ma ,cosa ancora più importante, organizzò la prima esposizione d’Arte Nazionale norvegese, un momento epico per la pittura scandinava ed europea che entrarono in contatto in maniera estremamente interessante.

Qualche anno dopo Thaulow si trasferì a Parigi per sperimentare le sue abilità da fantastico paesaggista per le vie della capitale artistica europea per eccellenza. Questo non portò però ai risultati sperati, il pittore infatti era costretto a scappare in cittadine più piccole al nord della Francia, oltre che in Olanda e in Belgio. I canali rappresentati da Thaulow assumono una magia assoluta, l’acqua prende vita e le case risplendono incantate. E fu proprio durante uno dei suoi viaggi che perse la vita, nel 1906, a Volendam, nei Paesi Bassi.

Frits Thaulow, Ombre (Unknown) Olio su tela, 66 x 81cm, Nationalmuseum Stoccolma, Svezia

Forse la vera bellezza delle opere di Frits Thaulow è proprio nella sua semplicità, non stilistica, bensì di intenti. La scelta di lasciare Parigi per dei paesini sperduti o inesplorati ne è la riprova. E’ emblematico come riesca a trovare la migliore ispirazione davanti ad un ruscello bucolico piuttosto che in un affollato boulevard parigino. Le sue rappresentazioni prendono vita, scorrono e incantano come pochi altri pittori sanno fare, lasciando spazio alle bellezze naturalistiche protagoniste delle sue opere. Così facendo il suo operato ha aperto una nuova via che fugge dallo stile mondano e in voga nella fine dell’800, aprendo le porte ad una interpretazione del paesaggio incantevolmente affascinante.

Frits Thaulow, Inverno sul fiume Simoa (1883) Olio su tela, 78.5 x 49.5 cm, The National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo

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