“Uno sguardo verso Nord” è quello che un uomo in qualsiasi luogo volge in maniera del tutto ingenua verso un mondo quasi ignoto, poiché lontano dalla propria cultura, ma che getta un ponte per tentare di varcare l’argine utilizzando l’arte come zattera, in qualità ambasciatrice di quello che dovrebbe essere il Patrimonio storico e culturale di un luogo, e quindi la conoscenza del luogo stesso.
Il nostro sarà un viaggio attraverso i paesaggi, le luci, il tepore, il fumo dei camini e le debolezze dell’uomo, la resistenza della legna bagnata al fuoco e quella della neve ad un passo.
Varcato il confine finlandese ci gettiamo alle spalle questa prima parte del nostro cammino, quelle rinverdite cime del parco nazionale di Koli e le acque gelide del golfo di Finlandia nelle quali ci siamo temprati i muscoli dopo viaggi estenuanti. Dietro di noi lasciamo il camino spento, la brace fumante insieme alla calda dimora, diretti verso nuove scoperte sotto il grande cielo del nord.
La pittura scandinava ha ancora molto da dire, lo sappiamo, ha voce viva e vicina capace di trovarci anche in alto mare, come quando, dopo essere salpati da Helsinki, un canto ci ha attirato verso l’isola di Götaland e come Ulisse sentiamo il bisogno di deviare, di continuare il viaggio, di non tornare a casa ancora una volta.
Karl Nordström, barba a punta biondastra color renna e baffi vigorosamente alzati a manubrio, ci accoglie nella nuova terra straniera, la Svezia, ricca ed europea oltre che sorprendentemente selvaggia, che con i suoi travagliati paesaggi interiori ci spingerà verso il sentiero di una nuova pittura.

Nato nel 1855 a Stenkyrka, paesino sull’isola di Götaland, nella parte meridionale della Svezia, Karl Nordström decise di iscriversi fin da subito a scuole che lo indirizzassero verso il disegno e la pittura. La sua decisione spinse i genitori a trasferirlo fin da piccolo a Stoccolma per permettergli l’iscrizione all’Accademia Reale delle Arti di Svezia. La sua formazione è caratterizzata dalla bramosia continua di conoscenza e da una fine attenzione verso gli stili preminenti in quel periodo: proprio questa seconda propensione lo portò presto a varcare i confini nazionali per spingersi nell’avventura parigina tanto sospirata da ogni pittore di fine ‘800. Il giovane Nordström non si limitò a vivere la grande metropoli qual’era Parigi, passò anche un paio d’anni a Grez-sur-Loing, un paesino francese poco distante dalla capitale. In questo luogo, di li a poco, si creò una piccola colonia di pittori scandinavi. Lo studio del pittore svedese si concentrò prevalentemente sull’utilizzo delle luci nei quadri impressionisti.

Pochi anni dopo, nel 1886, Karl Nordström prese parte al gruppo di protesta contro l’Accademia svedese, poiché ritenuta arretrata ed elitaria, e in definitiva non adatta ai tempi. Divenne presto il leader del gruppo, soprannominato “Konstnärsförbundet” (letteralmente “La federazione degli artisti”), e ne mantenne attive le sue intenzioni fino all’anno della sua scissione, nel 1920.

Nel 1886 si sposò con una fotografa a Parigi e nello stesso anno fece ritorno in Svezia ormai con un altro “pennello” e con una libertà diversa, pronto ad applicare gli insegnamenti impressionisti sui temi della luce e dei colori trasportando i sospesi tramonti nordici su tele che rimarranno nella storia dell’arte svedese. Un chiaro esempio è il “Tramonto” dipinto sul finire del ‘900, la fine di un secolo artistico, che già ha il sapore delle nuove scoperte, del divisionismo luminoso, della scomposizione di quei raggi che sembrano mischiarsi come vettori nel cielo scandinavo.
Negli anni successivi al 1890 il suo stile mutò profondamente, passando da uno stile impressionista che non era la sua vocazione naturale, ad uno stile simbolista, e per certi versi anche espressionista, che invece gli permetterà di esprimere al meglio tutta la sua sensibilità e passione. In questi anni si avvicinerà ad alcuni esponenti di spicco della pittura svedese, di poco più giovani di lui, come Bergh e Kreuger, con i quali discute spesso circa i nuovi stili pittorici. In questi stessi anni approfondisce la conoscenza delle opere di van Gogh e Gauguin.
Karl Nordström morì nel 1923, all’età di 68 anni. In vita non ebbe un successo straripante, ma poco dopo la sua morte, come spesso avviene agli artisti, venne rivalutato il suo ruolo all’interno del panorama svedese, essendo un vero e proprio ambasciatore dei tumulti artistici europei in Svezia. Inoltre i suoi paesaggi e le rappresentazioni contadine mantengono un’inconfondibile bellezza e unicità, caratterizzati dall’uso della luce in maniera estremamente originale, dovuta dall’accurata scelta degli scenari e dei periodi della giornata. Karl Nordström è quanto più la natura svedese, nei suoi colori, nelle sue emozionanti albe , nei tramonti bruciati e cieli stellati.