Uno sguardo verso Nord. Eero Järnefelt

“Uno sguardo verso Nord” è quello che un uomo in qualsiasi luogo volge in maniera del tutto ingenua verso un mondo quasi ignoto, poiché lontano dalla propria cultura, ma che getta un ponte per tentare di varcare l’argine utilizzando l’arte come zattera, in qualità ambasciatrice di quello che dovrebbe essere il Patrimonio storico e culturale di un luogo, e quindi la conoscenza del luogo stesso.

Il nostro sarà un viaggio attraverso i paesaggi, le luci, il tepore, il fumo dei camini e le debolezze dell’uomo, la resistenza della legna bagnata al fuoco e quella della neve ad un passo.

Ancora con il rosso del legno di Porvoo negli occhi e l’odore di biscotti alla cannella nel naso, ripartiamo zaino in spalla verso nord-est: prima in treno, poi a piedi, seguiamo le frastagliate coste del golfo di Finalndia verso Vyborg, città natale del protagonista dell’articolo di oggi, Eero Järnefelt.

Il successo di Edelfelt, come approfondito nell’ “escursione” precedente, superò ampiamente i confini nazionali arrivando ad una fama consolidata sia in Europa che nel mondo: l’attenzione dedicatagli dalla critica non ha fatto altro che aumentare l’interesse verso i pittori finlandesi, ponendo sulla penisola scandinava una lente d’ingrandimento alla continua ricerca di nuovi talenti. Questo successo sospinse molti suoi contemporanei verso le gallerie europee, dove molti di loro brillarono per un periodo di luce riflessa, altri invece superarono il maestro. E’ questo forse il caso di Eero Järnefelt.

Eero Järnefelt, Paesaggio autunnale del lago Pielisjärvi (1899) Olio su tela, 61 x 198 cm, Ateneum Art Museum, Helsinki

Eero Järnefelt nacque a Vyborg nel 1863: il padre, un militare di alto grado oltre che senatore, e la madre, una baronessa dal sangue blu, permisero al giovane artista un’infanzia priva di stenti e sofferenze nonostante la numerosa famiglia composta da otto fratelli. La sua vocazione artistica fu assecondata dai genitori che videro in lui un talento, e così già nel 1874 lo iscrissero alla Art Society, prima di trasferirsi a St. Pietroburgo nel 1883 per studiare all’Accademia delle arti, la stessa scuola che frequentò Albert Edelfelt. La sua formazione si concluse a Parigi, terra promessa per ogni pittore europeo dell’800, dove, oltre che maturare uno stile più internazionale, strinse amicizia con il connazionale Akseli Gallen-Kallela, oltre che Emil Wilkstrom e Louis Sparre. Successivamente viaggiò in Italia e tornò in Finlandia nel 1889, e proprio in una delle sue peregrinazioni conobbe Saimi Swan, una famosa attrice che in seguito diverrà sua moglie nel 1890.

Eero Järnefelt, Ranuncolo in uno stagno (1895) Olio su tela, 39 x 28 cm, Ateneum Art Museum, Helsinki

Da allora il ritmo dei suoi spostamenti e della sua vita assunsero una ritrovata tranquillità, i soggiorni in Finlandia divennero sempre più lunghi, durante i quali il pittore amava immergersi nella natura dei paesaggi della sua infanzia. Questa sete di natura lo portò a dipingere all’aria aperta, metodologia appresa dai pittori impressionisti durante il suo soggiorno in Francia, e a rappresentare per lo più scene di vita contadina, di gente comune, con una sensibilità propria. Sul finire dell’800 passò lunghi periodi in uno dei parchi più belli della Finlandia, il parco nazionale di Koli, ed iniziò una serie di dipinti dedicati a quei magnifici paesaggi ricchi di natura incontaminata, alle viste grandangolari puntellate di alberi ingialliti, rocce e acqua.

Il coronamento della sua carriera accademica avvenne nel 1902, quando divenne professore all’Accademia di Helsinki. Nel 1912 fu eletto presidente della Accademia finnica di belle arti, e nel 1917 si trasferì con tutta la famiglia definitivamente nella capitale. L’artista finlandese morì nel 1937 ad Helsinki. La sua poetica non sarà ricordata quanto quella del pittore finnico per eccellenza, Albert Edelfelt, ma il suo stile e la narrativa è molto più impegnata nei suoi quadri, è come se rappresentasse la naturale evoluzione del suo maestro. Insieme al suo amico, Gallen-Kallela, rappresenterà l’anello di congiunzione tra Edelfelt e il simbolismo e espressionismo finlandese.

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