Street Art a Bologna, il patrimonio rubato

Abbiamo parlato spesso di Street Art in questo spazio, in queste pagine, ma mai avremmo pensato di ritrovarci a commentare una cosa del genere: da qualche mese a Bologna vengono letteralmente staccate dai muri alcune opere di grandi artisti del settore, ormai noti in tutto il mondo, come Blu o Ericailcane.

Le reazioni sono state disparate, tanto che Artribune qualche tempo fa ha deciso di intervistare Christian Omodeo, uno dei curatori della mostra (che partirà ufficialmente il 17 marzo a Palazzo Pepoli), il quale utilizza per giustificare il ratto effettuato in giro per la città, il termine di “traslazione patrimoniale”.

Patrimonio, è la parola chiave per comprendere appieno la situazione surreale che si è generata: il latino ci viene in soccorso e, svelando l’etimologia della parola, “ciò che appartiene al padre”, rende il gesto commesso abominevole anche nei nostri confronti, poiché le opere sottratte appartenevano in primo luogo al padre artistico, ovvero chi le ha realizzate, ma in secondo luogo ad una collettività che ne fruisce, che ne trae giovamento e ne subisce il fascino o, a volte, ne comprende il messaggio veicolandolo.

E’ sbagliato quindi, pensare che questo argomento non ci tocca, è stupido credere che “potremmo comunque vederlo al museo”, noi che prima non volevamo che gli “imbratta-muri” rovinassero le squallide facciate delle nostre case, poi ne abbiamo scoperto l’interesse e solo quando abbiamo compreso il valore e l’importanza ne siamo stati sottratti, per tornare a pagare dunque il patrimonio, culturale in questo caso, ma comunque derubato.

Una doppia traslazione è il risultato finale, culturale ed economica, dalla quale la collettività non trae nessun giovamento, il patrimonio che passa da noi a loro.

Un’ultima considerazione che è lecito se non obbligatorio fare, è l’ipocrisia da parte delle istituzioni nel perseguire l’atto di realizzazione di un’opera, per poi appropriarsene abusivamente facendone un vanto, in questo caso persino chiamando in casa un genius locii che non è proprio museale.

E’ con un’ulteriore indignazione che pochi giorni fa Ericailcane ha pubblicato e divulgato il volantino che racchiude tutta la disapprovazione per un processo che ha nei suoi fini un profitto economico becero e lontano dai nobili motivi di chi faticosamente e con passione produce arte urbana e popolare, di giorno e di notte.

E’ con questo pensiero, più diretto ed esplicativo di tutto il nostro articolo, che chiudiamo la seria digressione sul tema in questione:

“Per tutti quelli che non rispettano il bene comune ed il lavoro altrui, capaci solo di rubare e vivere da parassiti”

Vignetta apparsa sul sito di Ericailcane il 22 febbraio scorso
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