San Pietro rinnegò Gesù… e fece bene!
Charles Baudelaire, Il rinnegamento di san Pietro.
I fiori del male (1857) è il racconto in versi di una vicenda esistenziale fuori dall’ordinario, vissuta da un’anima complessa, turbata e lacerata. La sezione della raccolta nella quale tale complessità, tale turbamento e tale lacerazione si manifestano nel modo più feroce e violento è quella emblematicamente intitolata Rivolta, contenente tre componimenti provocatori e splendidi: Il rinnegamento di san Pietro, Abele e Caino e Le litanie di Satana.
In questa sezione Baudelaire affronta un tema, il tema della rivolta appunto, caratteristico del Romanticismo, e presente in autori come Byron, Hoffmann, Vigny, Gautier e Nerval. Tuttavia, accanto a due figure tipiche della ribellione romantica come Caino e Satana, Baudelaire ne aggiunge una terza, del tutto nuova, quella di Pietro, servendosi, con ineguagliabile maestria, del celebre episodio riguardante il triplice rinnegamento di Gesù da parte dell’apostolo. Quello di Pietro è un tradimento che certifica una crisi – per Baudelaire insanabile, irreversibile, in quanto non cita il successivo pentimento del discepolo – non solo spirituale, ma anche, e soprattutto, esistenziale.
In questo componimento straordinario, che in una lettera alla madre il poeta definisce senza mezzi termini «assai pericoloso» [1], Baudelaire rappresenta Dio come un sadico e indifferente «tiranno rimpinzato di carne e di vino», che crudelmente ride al suono dei chiodi conficcati nella carne del suo presunto figlio, e quest’ultimo come un uomo, innanzitutto un uomo, in un certo senso l’emblema dell’intera umanità, che ha miseramente fallito, le cui aspirazioni si sono bruscamente infrante contro la realtà, in «un mondo ove l’azione non è sorella del sogno». In tal senso emerge una certa affinità tra Gesù e il poeta, accomunati dalla stessa sorte di disfatta, disillusione, sofferenza e morte. E nell’entusiastica celebrazione del vile rinnegamento di Pietro dell’ultimo verso, Baudelaire non fa altro che rinnegare se stesso e la propria natura di poeta disilluso.
IL RINNEGAMENTO DI SAN PIETRO
E che fa Dio di questo flusso d’anatemi
che ogni giorno sale verso i suoi cari Serafini?
S’addormenta al dolce suono di certe bestemmie paurose
come un tiranno rimpinzato di carne e di vino.
Certo che i singhiozzi di suppliziati e martiri
sono proprio un’inebriante sinfonia,
se i Cieli ancora non ne sono sazi
dopo tanto sangue sparso per la loro voluttà!
– Gesù, ricordati dell’Orto degli Ulivi!
Tu pregavi in ginocchio, nella tua semplicità,
quello che nel cielo rideva al suono dei chiodi
che ignobili carnefici ti piantavano nelle carni vive.
A che pensavi quando fu sputata addosso a te, divino,
la crapula del corpo di guardia e degli sguatteri?
A che pensavi quando ti conficcavano le spine
nel cranio dove viveva l’immensa umanità?
O quando s’allungavano le tue braccia distese
col peso orribile del tuo corpo spezzato? O quando
colava sangue e sudore dalla tua pallida fronte?
O quando, infine, fosti esposto a tutti per bersaglio?
Pensavi forse a quei giorni così filgidi e belli,
quando venuto per adempiere la promessa eterna
percorrevi, in groppa a un’umile asina,
strade cosparse di fiori e ramoscelli?
Pensavi a quando frustavi i vili mercanti a tutta forza,
avevi il cuore gonfio di speranza e ardore
e diventasti poi signore? Di’, ma il rimorso
non t’è penetrato nel fianco più giù della lancia?
– Per quel che mi riguarda, andrò via soddisfatto
da un mondo ove l’azione non è sorella del sogno;
m’auguro di spada ferire e di spada perire!
San Pietro rinnegò Gesù… e fece bene! [2]
NOTE
[1] In una lunga lettera alla madre del 26 marzo 1853 Baudelaire scrive: «Alla lettera aggiungo qualche campione di questo povero libro interrotto. Uno dei più notevoli è stato pubblicato nel numero di ottobre della “Revue de Paris”, nella mia traduzione; nello stesso numero compariva un mio brano in versi, assai pericoloso, e per il quale dovetti essere denunciato».
[2] Charles Baudelaire, I fiori del male e tutte le poesie, a cura di Massimo Colesanti, traduzione di Claudio Rendina, Newton Compton editori, Roma 2014, pp. 291-293.
In copertina: Caravaggio, Negazione di san Pietro, 1609-1610.