Tornando ai Fauves (letteralmente “le belve”), sono un movimento nato nei primi anni del ‘900, intorno al 1904-05, parallelamente ad un gruppo tedesco chiamato “Die Brücke” su cui ebbero anche una decisa influenza. Tra le loro fila vi erano Henri Matisse, André Derain e Maurice de Vlaminck tra gli altri, che ebbero il grande merito di riprendere due pittori diseredati come van Gogh e Gauguin, e riportarli al posto che meritavano di ricoprire. Una frangia di pittori viaggiavano adiacenti al gruppo, come ad esempio Pablo Picasso. Il nome del movimento venne decretato anche in questo caso, come avvenne per gli Impressionisti, da un critico che visitando la loro prima esposizione definì la sala dove erano esposte le opere una “cage aux fauves” (gabbia delle bestie), per via della brutale violenza espressiva, steso in tonalità pure.
Una delle influenze che si notano nel gruppo è proprio quella dell’Arte Negra, che a seguito del colonialismo francese in Africa, viene conosciuta ed apprezzata per la prima volta dalla banda espressionista. E’ proprio in questo periodo che André Derain, mostra per la prima volta una statua e alcune maschere africane all’amico Pablo Picasso: la rivelazione sarà immediata. Ora con “Les demoiselles d’Avignon” decreta di fatto lo scioglimento del gruppo, contrapponendosi all’opera “La joie de vivre” di Matisse, fino ad allora leader incontrastato. La posizione acquisita da Picasso all’interno del movimento genererà dissapori con Matisse, che successivamente criticherà aspramente il Cubismo. Ma ormai le unghie dei Fauves non graffiano più.

L’importante di questo dipinto è incredibile per lo sviluppo del movimento dei “Cubisters” e di gran parte dell’arte che ne discende, dando il via ad un’altra fase dell’arte, cambiando totalmente il modo di concepire un’opera. Ma a determinare questo movimento non fu soltanto l’arte negra, anzi ricoprirono un ruolo di grande valenza l’opera di Cézanne e il ruolo stesso di Rousseau “il doganiere”. Nel suo quadro di rottura, “Les demoiselles d’Avignon”, Picasso compie una sintesi tra Cézanne e l’arte negra, cultura europea e cultura africana, decretando una soluzione dialettica che unisce due opposti del problema dimostrando come l’arte affondi le sue radici dalla storia di tutta l’umanità.
In una società industriale che mira sempre di più ad allargare il divario tra classe dirigente e operai, si va concretizzando sempre di più il pensiero Marxista sull’alienazione dei lavoratori, rendendo il problema della realtà e del conseguente straniamento terribilmente attuale. In questo senso Picasso e i cubisti tentano di dare una risposta nel campo pittorico, proponendo un rinnovamento della realtà.

Tutta la carica rivoluzionaria del movimento Cubista infine, si affievolisce con la prima Guerra Mondiale, che decreta per altro la fine del “secolo lungo” così come è stato rinominato dallo storico Eric Hobsbawm. Nessuno sarà più lo stesso al termine di quegli anni terribili, soprattutto per Parigi. L’anima sporca e fannullona degli uomini esce allo scoperto, l’arte perderà sempre di più il contatto con la realtà, che a sua volta si farà sempre più dura e surreale. Anche i dissidi tra Picasso e Matisse si affievoliranno, anzi diventeranno confidenti e addirittura alleati quando lo spagnolo custodirà le opere del maestro dei Fauves durante l’entrata tedesca a Parigi nella seconda Guerra Mondiale: l’etichetta di “Arte degenerata” li avvicinerà in un destino comune alla base del pensiero artistico del ‘900.
Bibliografia:
Arnold Hauser, Storia sociale dell’arte, Einaudi, 1964
Giulio Carlo Argan, L’arte moderna 1770-1970, Sansoni, 1970
Carlo Bordoni, Introduzione alla Sociologia dell’arte, Liguori, 2008
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte I
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte II
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte III
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte IV
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte V
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte VI
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte VII
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte VIII
Storia sociale dell’arte nella Francia del XIX secolo – Parte IX