I fatti della settimana in breve, come fanno i giornalisti famosi, senza la loro esperienza e senza i loro padroni.
– “Renziade”: Il cronologicamente “nuovo” presidente del consiglio (ma politicamente vecchio e poco consistente) aveva sciorinato negli ultimi tempi una lunga lista di promesse di genere elettorale, anche se come tutti sanno, non gli sono servite elezioni per arrivare al governo. L’effettiva possibilità di realizzare le proposte non traspare, anzi copertura economica e modalità non sono richiesta, ma i giornali si spellano le mani. Ciò che finora è stato fatto sembrano sempre più una serie di diversivi imbarazzanti, come la vendita telematica delle 1300 auto blu, oppure il D.D.L. per il falso taglio delle province, una robetta insignificante utile solo a buttare fumo negli occhi, al contrario pare proprio che le inutili istituzioni provinciali verranno sostituite con delle “Aree vaste” con al governo politici di seconda elezione, che non saremo noi a scegliere, vedremo.
Intanto il PD per mantenere le tradizioni di sempre ha salvato l’ex ministro Brambilla dall’arresto, e degli F-35 si sente già il rombo lontano che si avvicina.
– Elezioni europee: L’elezioni europee in arrivo sembrano destare un minimo d’interesse nel pubblico civile italiano, dopo anni di menefreghismo si vedono forse i frutti di un’aria politica putrescente, gli italiani ( almeno quelli che non guardano il Tg1 o leggono Il corriere ) cercano aria pura da respirare. Dopo aver spedito in europa il peggio della classe dirigente “italiota” si sente finalmente voglia di rinnovamento culturale. Bisogna ammettere che il merito del nuovo interesse per le europee va accreditato al Movimento 5 stelle e al nuovo tour di Grillo, ed in parte alla prima prova elettorale del governo Renzie e del PD in genere. L’europa trema in senso sia positivo che negativo per l’arrivo dei “pentastellati” e il tema dello scontro sarà il fiscal compact. Le strategie europee degli altri partiti? Non pervenute.
– Bergoglio vs Bagnasco: Tutti i giornali e le televisioni si sperticano in lodi celesti per le parole di Papa Francesco, in particolare ci si riferisce alle frasi pronunciate a San Pietro difronte i parlamentari e i sottosegretari durante la messa: “No alla corruzione, agli interessi di partito e ai ‘dottori del dovere’.” Questo il succo del discorso del pontefice, che almeno a parole ( lo verificheremo sui fatti ) ha decisamente offuscato il ricordo grigiastro dell’insufficiente predecessore. Ma proprio nei giorni in cui Bergoglio strigliava i nostri politici-ladri la conferenza episcopale italiana se ne esce con il nuovo testo delle “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici”, dove si racconta di un opinabile scelta morale sulla denuncia delle possibili molestie. Si profila un imminente scontro tra il Papa e Bagnasco, è certo che l’indirizzo della CEI non è solo sbagliato ma anche impopolare. Parafrasando Luttazzi: “Non ero un bambino molto carino, nessun prete mi ha mai molestato.”
– “Bombardierivendoli”: Il premio nobel per la pace Barack Obama ( va ricordato che Obama è nobel per la pace, quindi Luca Sardella è in concorso per il nobel per la chimica? ) sbarca a Roma bloccando interi quartieri. Incontro con il papa e incontro con il turbo-premier Renzi. Molte ciarle e i soliti salamelecchi di Barack al nostro premier, – come accadde con Berlusconi, Monti e Letta – incoronano il capo paffutello del “Matteino” nazionale. Prima della fine dell’incontro vengono fuori i veri interessi del presidente originario di Honolulu, che subito ricorda alla Nato come sia fondamentale aumentare lo sforzo bellico e la corsa agli armamenti, letteralmente: “Vogliamo una Nato che sia deterrente e credibile.” probabilmente per togliersi un poco di onere economico, come spiega apertamente in seguito. I soliti americani che aprono i buchi a picconate e vogliono le vanghe degli altri per chiudere le tane. E’ chiaro il riferimento agli F35, un Obama in versione “Roberto il baffo” che ci vende (o rifila) la sua merce sanguinaria, in fin dei conti serviva qualche sodale che acquistasse i beneamati e traballanti veivoli.
Truppe in Afghanistan aumentate, una exit strategy inesistente, insomma un nobel meritatissimo.