FOTO M. BARBAGLIA - FRANCESCO DI GIACOMO, CANTANTE DEL BANCO - FOTO M. BARBAGLIA - FRANCESCO DI GIACOMO, CANTANTE DEL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO - fotografo: BARBAGLIA

Nacque.. visse e si contraddisse… Francesco Di Giacomo purtroppo morì.

Come diceva lui di se stesso:  “Nacque.. visse e si contraddisse.”

Non fa niente.. ho visto solo quattro titoli spelacchiati sui giornali. Non fa niente se quei porci dei critici musicali se ne sono fregati.. e non fa niente se i siti specializzati se ne sono scordati. Io non sono migliore di loro, approfitto della morte del miglior cantante italiano esistito come un insettaccio parassita, che succhia il sangue dal corpo rimasto senza vita dopo il terribile incidente di pochi giorni fa.
Devo riscattarmi, devo redimermi, devo parlare di Francesco e di ciò che ci ha lasciato. Bisogna parlare della sua musica, a questo ricordo non va premesso nulla, e non spenderò nemmeno una riga per raccontare la vita di Francesco Di Giacomo, lo origini del Banco, oppure del sodalizio con Vittorio Nocenzi. Leggete e scoprite tutta la storia del Banco, leggete di Francesco e dei fratelli Nocenzi e della famosa “stalla”, altrimenti rimarrete degli ignoranti in campo musicale, anche se il venerdì sera andate a vedere dei gruppetti promettenti, come il Teatro degli orrori o i Muse.
Me ne frego delle biografie e di tutti i santi “leccapiedismi” post-mortem, il Banco del mutuo soccorso ha registrato solo tre album degni di nota, la restante discografia è totale superfetazione, stupenda tutta l’opera del Banco ma i primi tre album sono indispensabili. In quei tre album sono concentrate le idee e le qualità immense dei musicisti, ma soprattutto tutta la potenza onirica del baritono laziale.
Voglio allora raccontare in breve quei tre album, la loro bellezza insuperata e la poesia dei testi di Francesco.

Banco del mutuo soccorso –1972-

E’ il famoso album del salvadanaio, il prodotto tipico del Banco rappresenta in pieno l’archetipo delle loro sonorità. Sin dalle prime note dell’introduzione di “In volo”  si può intuire la cifra stilistica di tutta la carriera del gruppo romano. La prima lunga suite dell’album sfoggia le capacità liriche e melodrammatiche di Francesco Di Giacomo superbo soprattutto nella seconda parte della traccia, la voce di Francesco è la cartina di tornasole di un accompagnamento pianistico di livello eccezionale, firmato dai fratelli Nocenzi. L’altro pezzo storico dell’album è la complessa composizione di “Nel giardino del mago” una cavalcata allucinata nell’onirico mondo dei sogni, dove il protagonista riesce ad evadere dalla durezza del mondo. Stupenda anche “Metamorfosi”.

Darwin -1972-

Album strepitoso, che si gioca per intero sul tema dell’evoluzionismo scavando in profondità tutte le sfaccettature dell’argomento, anche le più scabrose (Prova, prova a pensare un po’ diverso niente da grandi dei fu fabbricato ma il creato s’è creato da sé cellule fibre energia e calore).
L’album narra l’intera vita sulla terra dai primordi fino alla fine dei tempi, raccontando alcuni passaggio dell’evoluzione della vita. Traccie come “Cento mani, Cento occhi” ricordano da vicino la complessa costruzione armonica degli ELP e la riproposizione di atmosfere “Crimsoniane”, un disco capace di confrontarsi alla pari con pietre miliari del genere come “Tarkus” e “In court of the Crimson King”.

Io sono nato libero -1973-

Il disco è caratterizzato dalla bellissima composizione  “Canto nomade di un prigioniero politico” un’opera mirabile, forse il massimo punto raggiunto dal Banco nella sua splendida produzione. Molto famosa la ballata “Non mi rompete” forse la canzone più conosciuta del gruppo, anche se l’altro apice del disco è “La città sottile”.

P.S. 
Il funerale laico per Di Giacomo si è svolto a Zagarolo al palazzo Rospigliosi dove gli amici di una vita si sono ritrovati con centinaia di persone per tributare un saluto all’artista. Le parole di Vittorio Nocenzi hanno commosso i presenti, al pianoforte prima di eseguire un medley dei pezzi storici del gruppo: “Immaginate la sua voce e le sue parole e seguite la musica.” Un requiem progressive per un vero protagonista.

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