Nel Rinascimento lo studio della natura assume un’importanza fondamentale. I due tipi di indagine più importanti sono la magia e la filosofia della natura. La prima si fonda sull’idea che la natura si muova per mezzo di forze sostanzialmente simili a quelle che condizionano l’esistenza dell’uomo, e sul fatto che ciò offra all’uomo stesso la possibilità di insinuarsi nelle pieghe più recondite ed orfiche della natura, così da riuscire a dominarne le forze con l’ausilio di incantesimi. La seconda si allontana dalla “superstizione” magica, si fonda su dei principi propri che è compito della filosofia ricercare e scoprire. I misteri della natura vengono negati, le sue potenti forze possono essere riconosciute ed assecondate solamente attraverso l’esperienza. Distante dunque dalla magia e dall’aristotelismo rinascimentali, la filosofia della natura rappresenta il primo passo verso l’indagine scientifica vera e propria. Quest’oggi concentriamo le nostre attenzioni sulla magia.
Tra i maghi più celebri del rinascimento Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-1535). Nella sua opera fondamentale, intitolata Filosofia occulta, egli sostiene l’esistenza di tre differenti mondi: il mondo degli elementi, il mondo celeste ed il mondo intelligibile. Ebbene, i tre mondi sono connessi tra loro in modo tale che la virtù del mondo superiore si espanda e raggiunga i gradi più bassi del mondo inferiore, attraverso la dispersione dei suoi raggi. L’universo è rappresentabile come una corda ben tesa che, venendo toccata in un punto qualunque, immediatamente vibra tutta. L’influsso emanato dal mondo superiore, che mantiene l’intero universo ben stretto, ha il suo tramite nello spirito attraverso il quale l’anima del mondo agisce in ogni parte dell’universo visibile.
L’uomo si trova esattamente al centro dei tre mondi ed accumula dentro di sé tutto quello che è sparso nelle cose. Questo stato gli permette di comprendere l’energia spirituale che tiene stretto il mondo, e di utilizzarla per opere prodigiose, miracolose. E da questa convinzione scaturisce la magia, la più elevata e giusta tra le scienze, poiché permette all’uomo di controllare le forze oscure e misteriose della natura.
Cornelio Agrippa distingue a questo punto tre magie: la magia naturale, la quale istruisce all’asservimento delle cose corporee al fine di compiere azioni prodigiose, la magia celeste, che per compiere i miracoli utilizza formule astronomiche, ed infine la magia religiosa, la quale utilizza sostanze celesti, trascendentali e persino demoni per l’attuazione dei prodigi.
Altro celebre mago fu Teofrasto Paracelso (1493-1541). Lo scopo primario dell’uomo è quello di conoscere le opere miracolose di Dio così da poterne attuare di simili. Egli vive dunque per ricercare. Una conoscenza autentica è possibile solamente attraverso la connessione dell’esperienza e della scienza. La ricerca è teoria e pratica, ed è per Paracelso essenzialmente magica. Il principio che sta alla base della ricerca è l’esatta corrispondenza tra il macrocosmo ed il microcosmo. Possiamo comprendere l’uomo, ossia il microcosmo, concentrandoci sul macrocosmo, ossia il mondo. La medicina, che deve conoscere a fondo l’uomo per curarlo, deve necessariamente basarsi su tutte le scienze che hanno per oggetto lo studio approfondito della natura dell’universo. In questo senso, il mago svizzero fonda la disciplina medica sulla teologia, la filosofia, l’astronomia e l’alchimia. La teologia è necessaria al medico affinché utilizzi correttamente l’influsso celeste dal quale dipende tutto; l’astrologia è necessaria poiché permette al medico di usufruire delle potenze astrali dalle quali dipendono sia le malattie che le cure; infine l’alchimia è necessaria al medico affinché conosca la quintessenza delle cose, così da applicarla alla guarigione.
Il mago possiede una forza religiosa ed immaginativa straordinaria, che scatena forze misteriose. Egli è dunque capace di azioni prodigiose ai limiti dell’impossibile.
Per quanto riguarda la creazione del mondo, secondo Paracelso Dio ha creato innanzi tutto la materia originaria, composta da tre principi materiali: il solfo, il sale ed il mercurio. Tali principi costituiscono appunto la materia, ma anche i quattro elementi fondamentali del mondo e tutti i corpi naturali. È il cosiddetto spirito animatore a muovere gli elementi. La quintessenza, come abbiamo visto necessaria alla guarigione e conoscibile attraverso l’alchimia, è uno dei quattro elementi, più esattamente, quello che padroneggia la composizione della cosa rappresentandone la natura primaria. Nella quintessenza si trovano gli arcani, ovvero le forze attive di un minerale, di una pietra, di una pianta.
In copertina: ritratto di Paracelso.