Riviste letterarie del Novecento – Il Rinnovamento

La vera destinazione di una rivista è rendere noto lo spirito della sua epoca. L’attualità di questo spirito è per essa più importante della sua stessa unità o chiarezza e perciò una rivista sarebbe condannata – al pari di un giornale – all’inessenzialità, qualora non si configurasse in essa una vita abbastanza potente da salvare, col suo assenso, anche ciò che è problematico. Infatti: una rivista, la cui attualità non abbia pretese storiche, non ha ragione di esistere.

Walter Benjamin, annuncio della rivista «Angelus Novus».

Mai come nel Novecento si era assistito, nel panorama letterario italiano, ad un infittirsi di riviste, programmi e proclami. In quanto organi fondamentali di discussione, proposta e divulgazione, le riviste svolsero, in particolar modo nella prima metà del XX secolo, un ‘intensa ed essenziale azione tesa ad affermare e diffondere le nuove idee letterarie dell’epoca. iMalpensanti vi propone un viaggio tra i rotocalchi più importanti ed influenti del Novecento italiano.

Il Rinnovamento

La rivista Il Rinnovamento viene fondata a Milano nel gennaio del 1907, da Aiace Antonio Alfieri, Alessandro Casati e Tommaso Gallarati Scotti. I tre, nelle Parole d’introduzione, rivendicano la loro libertà di studiosi ed intellettuali religiosi laici, che auspicano un rinnovamento di se stessi e degli altri senza considerarsi in alcun modo dei predicatori.

Possiamo dividere le pubblicazioni del giornale in due periodi distinti. Durante il primo periodo di vita, Il Rinnovamento sostiene con forza e convinzione la dignità dei valori religiosi, che è giusto considerare sullo stesso piano delle scienze. Campeggia inoltre nelle pagine del rotocalco la difesa della religiosità nella sua parvenza più umana, dunque più autentica.

Il secondo periodo, che corrisponde al secondo anno di pubblicazione, è segnato dall’addio alla direzione da parte di Gallarati Scotti, minacciato di scomunica, e caratterizzato dalla tutela della rivista, ironicamente aggredita dai filosofi italiani più illustri dell’epoca, Croce e Gentile su tutti, i quali operano un declassamento della religione alla stregua di una pseudofilosofia illusoria, visionaria e priva di un saldo fondamento.

Tra le collaborazioni più illustri quella del poeta e scrittore Giovanni Boine, e quella del poeta, filosofo, scrittore, drammaturgo e politico spagnolo Miguel de Unamuno, che pubblicò, tra gli altri, diversi saggi dedicati al misticismo spagnolo.

Il Rinnovamento chiude per sempre i battenti alla fine del 1909. Nonostante gli appelli a continuare, e le offerte di aiuti economici Casati decide inaspettatamente ed improvvisamente di interrompere le pubblicazioni.

Parole d’introduzione

“La parola RINNOVAMENTO indica solo un desiderio di rinnovare noi stessi e quelli che in un comune ideale ci sono vicini nella ricerca della verità […].

Noi NON SIAMO DEI PREDICATORI di palingenesi sociale, non abbiamo promesse di felicità da distribuire, e sappiamo parlare solo un duro linguaggio di fatti e di idee. Ma SIAMO INTERROGATORI D’ANIME, e vorremmo risvegliare le dormienti, incitandole ad un lavoro interiore che ignorano, rivolgendo loro continue domande, obbligandole a deporre come maschere vecchie le forme del pregiudizio, spezzando gli anelli incantati delle formule nelle quali hanno trovato una pace che è sonno.”

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