Riviste letterarie del Novecento – La Cultura

La vera destinazione di una rivista è rendere noto lo spirito della sua epoca. L’attualità di questo spirito è per essa più importante della sua stessa unità o chiarezza e perciò una rivista sarebbe condannata – al pari di un giornale – all’inessenzialità, qualora non si configurasse in essa una vita abbastanza potente da salvare, col suo assenso, anche ciò che è problematico. Infatti: una rivista, la cui attualità non abbia pretese storiche, non ha ragione di esistere.

Walter Benjamin, annuncio della rivista «Angelus Novus».

Mai come nel Novecento si era assistito, nel panorama letterario italiano, ad un infittirsi di riviste, programmi e proclami. In quanto organi fondamentali di discussione, proposta e divulgazione, le riviste svolsero, in particolar modo nella prima metà del XX secolo, un’intensa ed essenziale azione tesa ad affermare e diffondere le nuove idee letterarie dell’epoca. iMalpensanti vi propone un viaggio tra i rotocalchi più importanti ed influenti del Novecento italiano.

La Cultura

Partiamo dalla rivista La Cultura, fondata a Roma nel 1882, diretta dallo scrittore, filologo e politico Ruggiero Bonghi. Alla direzione succedettero Ettore De Ruggiero nel 1906, Cesare De Lollis con Nicola Festa nel 1907. Sotto la stessa direzione, nel 1913, si unisce alla rivista il critico letterario Giuseppe Antonio Borgese, ed il nome cambia in Nuova Cultura. Borgese diviene direttore e cambia ancora il nome, in Il Conciliatore. Nel 1921 la rivista torna sotto la direzione di De Lollis e riacquista il suo primo nome. Alla morte del filologo e storico originario di Casalincontrada, assume la direzione Ferdinando Neri.

La rivista si caratterizzò per l’indipendenza critica, e per la ricercata elevatezza dei contributi, risultando così uno dei strumenti più validi della cultura italiana dell’epoca, e svolgendo, in particolar modo, il ruolo di mediatore tra il crocianesimo e la filologia. Ribelle al regime fascista, come ogni altra istituzione culturale degna in quegli anni di terribile dittatura (che ancora oggi qualcuno ha il coraggio di giustificare, ancor peggio, di idolatrare), fu soppressa nel 1936. Nel 1963, la rinascita sotto la direzione del filosofo Guido Calogero, che indirizza la testata alla filosofia, d’ora in poi la tematica prevalente. Dal 1987 la direzione è nelle mani di un altro filosofo, Gennaro Sasso.

I direttori

Ruggiero Bonghi (1826-1895), fu un filologo e politico italiano. Fu deputato dal 1860 al 1895, e Ministro dell’Istruzione Pubblica dal 1874 al 1876. Da ricordare, tra le sue più ferme intenzioni, quella di laicizzare gli studi. Fu inoltre il protagonista del riordinamento dell’Accademia della Crusca nel 1875.

Ettore De Ruggiero (1839-1926), fu uno storico, filologo e docente italiano.

Cesare De Lollis (1863-1928), fu un filologo e storico della letteratura italiano.

Nicola Festa (1866-1940), fu un filologo classico e docente italiano.

Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952), fu uno scrittore, giornalista e critico letterario italiano. Celebre, tra le altre cose, per essere stato il primo a parlare di “poesia crepuscolare” ad inizio Novecento.

Ferdinando Neri (1880-1954), fu un critico letterario italiano.

Guido Calogero (1904-1986), fu un filosofo, saggista e politico italiano.

Gennaro Sasso (1928), è un filosofo italiano.

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